Sin dai primi del '900 molti uomini valligiani emigravano in Francia e altri paesi (Cile, Canada, Marocco) dove andavano a lavorare nei boschi, costruendo traversine per la ferrovia. La loro vita consisteva in fatiche quotidiane: appena arrivati provvedevano a costruire una baracca nel bosco e quelle diventava la loro dimora e solamente una persona era incaricata di scendere nei paesi vicini per fare approvvigionamento alla comunità dei boscaioli. Restavano in queste dure condizioni per 9 mesi e nei tre mesi estivi tornavano in valle per i lavori agricoli e legati al bestiame. Molti di questi uomini restarono in Francia (o negli altri paesi), creando nuclei familiari che oggi vengono a cercare le proprie origini qui in valle.
Questi boscaioli avevano la capacità di di farsi benvolere dalle popolazioni locali estere poiché molto capaci nella loro maestranza e l'alto livello di professionalità dimostrato anche con l'uso di strumenti che portavano con sé dalla valle. Una curiosità: l'abilità nel costruire strumenti di alta qualità, in particolare accette, fu testimoniato dalla Fam. Pizzorni che, importando un'acciaio speciale dalla Svezia, riuscivano a costruire strumenti apprezzati e richiesti dai boscaioli esteri.